Ecco un’esclusiva intervista a Valentina La Gioia, manager della scuola Stagnone Kiteboarding e ora insegnante di kite! Non perdiamo altro tempo e tuffiamoci assieme in questa fantastica intervista per scoprire qualcosa in più su Valentina:
Intanto grazie per avermi potuto concedere questa intervista, per me è un vero piacere. Se non sbaglio sei manager della scuola di Kitesurf allo Stagnone giusto? Perché non inizi dicendomi qualcosa di te?
Sì esatto, sono la manager della scuola e collaboro con Antonio Gaudini, presidente dell’Italian Kitesurf Association. Pratico kitesurf già da dieci anni ma all’epoca non avevo avuto modo di fare corsi dato che era uno sport ancora agli albori. Ho imparato guardando altri kiters quando facevo la bagnina per un centro velico. In seguito ho sentito parlare di Antonio che aveva portato il kitesurf in Italia. Come ben sappiamo ha diverse sedi in tutta Italia per esempio allo Stagnone, a Latina, Ostia, Fregene. Qui a Stagnone Kiteboarding abbiamo diversi istruttori e io mi occupo un po’ di tutto. Da qualche giorno sono istruttrice anche io dato che sentivo il bisogno di fare questo passo in avanti e completare così il mio percorso formativo.
Capisco quindi hai scelto questa carriera e ora insegni anche kitesurf. Dimmi, per te quali sono le qualità più importanti per trasmettere la passione per questo sport?
Il kitesurf è uno degli sport più belli che ci sono. Infatti molti ci dicono che sembra uno sport molto estremo ma sinceramente se praticato con le giuste dinamiche e la giusta passione, non solo è sicuro ma invogli la gente a provarlo perché trasmette molta libertà. Inoltre io vengo da un passato nel mondo dell’equitazione, arrivando addirittura fino a livelli olimpionici e posso affermare che ogni sport può raggiungere livelli estremi, non solo il kitesurf se decidi di praticarlo a livello agonistico. Quindi se cambi il modo di guardare le cose, e non ti fissi sulla diceria che il kitesurf sia uno sport estremo, puoi scoprire che il kite è uno sport molto bello perché ti mette a contatto col mare, col vento e invoglia la gente a provarlo perché ti dà adrenalina.
Visto che vieni da un passato in cui hai praticato altri sport, come hai scoperto il kitesurf?
Mio padre possiede un centro velico proprio a Riccione dove si fa vela, surf e windsurf. Poi è approdato il kitesurf nel lontano 2004. All’inizio il kitesurf era in effetti, oserei dire, anche molto estremo perché non c’erano le misure di sicurezza che esistono oggi. Però mi sono incuriosita molto lo stesso perché mi affascinava il modo in cui i kiters si muovevano in acqua. All’epoca posso dire che il kite aveva semplicemente una barra grande e cavi addirittura da due sole linee senza nessuna sicurezza. A volte c’erano anche dei kite che avevano una barra con una specie di mulinello e da lì potevi regolarti in qualche modo dandoti un minimo di sicurezza. Però avendo avuto un trascorso da velista con mio padre ho voluto abbracciare una disciplina che unisse mare e vento. Insomma, come si usa dire, tale padre tale figlia. Però cercavo qualcosa di diverso dalla vela e quindi sono rimasta incuriosita dal mondo del kitesurf e mi ci sono approcciata gradualmente. Per fortuna il Kitesurf oggi è cambiato tantissimo, è molto sicuro sia a livello aereodinamico sia a livello di sistemi di sicurezza, sia a livello di materiali.
Avendo avuto precedenti “burrascosi” nel kitesurf, ora che lo insegni, quale approccio hai per far sentire i tuoi allievi a loro agio? Anche quelli particolarmente timidi?
Una cosa importante, come tutti ben sappiamo, è di mettere sempre l’allievo a suo agio, facendogli le giuste domande sullo stato del kitesurf, sulle condizioni del vento, sullo spot, sull’ambiente, su quello che vede, ecc… noi chiamiamo questa fase dell’insegnamento discovery perché praticamente riguarda la scoperta dell’ambiente dove si praticherà il kitesurf: gli ostacoli che ci stanno intorno a noi, da dove viene il vento. Da lì poi si può iniziare a intraprendere la parte più teorica ad esempio come mettere il kite sottovento. È molto importante mettere l’allievo a suo agio anche in condizioni di venti forti per fargli capire che si può praticare kite in piena sicurezza anche in queste condizioni. Inoltre noi usiamo un kite sicurissimo con i cavi corti, di una misura giusta in base all’allievo. Di solito i cavi dei kite sono di circa venti metri, però chi è alle prime armi e nella fase di discovery usa cavi dai cinque ai dieci metri. In questo modo si mantiene molta sicurezza e in caso di caduta non si sbilancia l’allievo e non lo si spaventa. Noi usiamo questo approccio anche per spingerlo in questo sport facendogli ottenere fiducia in sé e facendolo sentire sempre in totale sicurezza che è la cosa più importante per me. Questa e l’aggiunta di un pizzico di divertimento! 😉
Qual è l’aspetto che ami di più di questo sport?
L’aspetto che amo di più dello sport del kitesurf è che ha molta libertà mentale, un’ampia veduta e ti fa sentire parte di grande famiglia. Ovunque tu vai ci coinvolgiamo tutti tra noi perché siamo tutti lì a far kite o a insegnare agli allievi come se fossimo appunto in una grande famiglia. Inoltre ci guardiamo alle spalle gli uni con gli altri quando siamo in mare e ci diamo consigli fra di noi confrontandoci. È bello essere parte della community del kite mentre all’interno di altri sport che ho praticato ho trovato molta competizione tra gli atleti. Al contrarto con il kitesurf è tutta un’altra cosa si sta tutti insieme e gli allievi li facciamo sentire come se fossero a casa loro. Come si usa dire la casa è dove si trova il cuore, è il mio motto preferito.
Visto che sei stata in contatto con molti kiters allora mi piacerebbe sentire una tua opinione su questo argomento: so che il kitesurf solitamente è uno sport considerato prevalentemente popolare tra gli uomini, ma mi pare di capire che sia sempre più popolare anche tra le donne. Cosa ne pensi a riguardo?
Sinceramente il kitesurf non è uno sport solo per gli uomini. Praticamente lo può praticare chiunque, anche le ragazze e le donne di qualunque età. Io sono contenta che ci siano sempre più ragazze che praticano questo sport. Forse si crede che questo sport possa piacere solo agli uomini a causa dei venti forti e per questo si pensa che ci voglia molta forza fisica. Ma questo non è assolutamente vero! Anche una ragazza minuta come me è in grado di praticarlo. È vero che vado in palestra e sono dotata di una discreta muscolatura per mia scelta personale. Ma ci sono anche ragazze che escono con il kite ancora più piccole di me e sono veramente brave. Noi ragazze usiamo anche le attrezzature in base alle previsioni metereologiche. Solitamente le ragazze usano un kite più piccolo con i cavi corti adattato a noi. Quindi se si incomincia a conoscere bene lo sport del kitesurf ci si accorge che al suo interno vengono introdotte anche tantissime donne ed è sempre più diffuso tra tutti non solo in Italia ma anche in tutto il mondo indipendentemente dal proprio genere o età. Anche se devo dire che ultimamente abbiamo visto arrivare alla nostra scuola gruppi con un numero maggiore di ragazze rispetto ai ragazzi.
Allora, dimmi, hai uno stile kite preferito?
Allora il mio stile di kitesurf preferito è il wave che si pratica con la tavola da surf permettendomi di cavalcare le onde, quello mi piace tantissimo. E poi c’è il big air, che consiste nel portare il kite in piena potenza, sviluppandolo due volte e saltando il più in alto possibile, oppure andare con il kite sulle onde tranquillamente e fare dei piccoli trick per esempio Toeside, Grab, Dark slide, Dead man and Back roll.
Cosa provi quando fai kitesurf con i tuoi allievi?
Provo tanta soddisfazione perché il mio insegnamento ha portato l’allievo al suo livello. E tipo andare in bolina, praticare kitesurf insieme è bello perché è una cosa condivisa. Più progrediscono nel loro percorso e più si cresce anche insieme. Come già detto, non è che se si fa una lezione e poi si finisce lì ma siamo anche una grande famiglia qua e l’allievo è sempre il benvenuto. Poi se desidera che gli faccia un po’ di assistenza e venga con lui in acqua, lo faccio volentieri. Posso dargli consigli in caso di errori ed è bello stare assieme. Insomma quando faccio kite con i miei allievi, come dicevo prima, provo molta soddisfazione e felicità. E intanto loro gioiscono urlando insieme.
Hai un brand preferito per l’attrezzatura da kitesurf?
Assolutamente sì! Uso il brand della nostra scuola, la Ultimate Kiteboarding di Antonio Gaudini. È un brand italiano ormai diffuso un po’ in tutta Italia da poco più di un decennio. Questo brand propone ottimi kite, materiali di ottima qualità, cuciti a mano e di ottima fattura. E li consiglio vivamente anche ai nostri allievi perché hanno ottimi sistemi di sicurezza e i kite sono buoni sia per il wave che per il ride. È veramente un kite adatto un po’ a tutti io lo consiglio vivamente.
Ok, grazie mille per avermi dedicato il tuo tempo, immagino che la scuola e i tuoi allievi e colleghi ti siano aspettano! Allora ti chiederei, prima di concludere l’intervista, hai qualche ultimo consiglio o commento?
Grazie a voi per la possibilità che mi avete dato con questa intervista Per prima cosa ringrazio mio padre che mi ha spinta ad amare il mare e per avermi fatto crescere al suo fianco tra salsedine e vento. E poi aggiungo che, come diciamo qua in Sicilia, siete sempre benvenuti! Appena c’è un nuovo arrivato lo accogliamo sempre con un’arancina, un cannolo siciliano e un goccio di Marsala.
Non ci rimane altro che darvi il benvenuto a questa nuova accattivante stagione e spero di vedervi presto tutto presso il nostro centro per imparare e divertirci insieme in acqua.
photo credit @photokitesurf
Articolo redatto da @kitesurfing.it